Giacomo Conterno – Barolo DOCG. Riserva “MONFORTINO” 1998
1.427,40€
” Vendita solo a privati ”
Max. 1 Bottiglia per cliente
La punta di diamante dell’enologia italiana. Il leggendario Barolo Riserva Monfortino delle cantine Giacomo Conterno è il fiore all’occhiello di tutta la nostra produzione. L’unica etichetta italiana in grado di competere con le quotazioni delle più blasonate bottiglie francesi, confermandosi come una vera asset allocation per chi intende il vino come investimento alternativo alla Borsa Valori.
Ma, ovviamente, oltre a rappresentare un importante investimento, il Monfortino è la perfezione nel bicchiere, da bere almeno una volta nella vita. Figlio di una solida quanto semplice filosofia produttiva: secondo Roberto Conterno (nipote del fondatore Giacomo) il buon vino necessita solo di maturità, tempo e travasi. Proveniente dal mitico vigneto Francia, è prodotto solo in grandi annate e viene messo in commercio dopo otto anni di maturazione. Un vino monumentale ed emozionante, il capolavoro assoluto dell’enologia italiana.
Wine Advocate di Robert Parker
“Il Barolo Riserva Monfortino del 1998 è uno sforzo monumentale. Un rosso scuro profondo, si apre con un naso enorme di liquirizia, rosa e cacao, quindi scorre al palato con masse di frutta scura dolce e concentrata che durano all’infinito. Note minerali e di cuoio si sviluppano gradualmente nel bicchiere, aggiungendo ulteriore complessità man mano che questo grande vino inizia a rivelare la sua personalità espansiva e profonda. Il 1998 è insolitamente aperto in questo momento. Come nel caso del 1997 in questa fase, dovrebbe offrire una breve finestra per bere nei prossimi 6 mesi circa prima di spegnersi per quello che probabilmente sarà un lungo periodo prima del risveglio nel glorioso culmine della sua vita.” (10/2006)
Antonio Galloni/Vinous
“Il Barolo Riserva Monfortino 1998 è ancora giovane, soprattutto da magnum, ma è un vino che sto gustando di più negli ultimi tempi. Ha davvero avuto bisogno di un certo numero di anni, anche se rimane grezzo e non ancora del tutto completo. Robusto, potente e tannico, il 1998 mi ricorda un po’ il 1995 in quanto è un Monfortino che ha ancora bisogno dell’affinamento in bottiglia per essere più espressivo.” (2/2021)
Valutazioni
Robert Parker 97/100 Wine Spectator 94/100 Antonio Galloni/Vinous 96/100
Quando bere: 2012/2031
Dato il loro valore, le bottiglie di pregio come questa non sono soggette a eventuali promozioni.
Solo 1 pezzi disponibili
Descrizione
Siamo negli anni 20, in una Langa ancorata alla vendita dell’uva a pochi ma grandi, per numeri, imbottigliatori.
A casa Conterno, Giacomo incomincia a non poterne più di vendere damigiane di vino per poche lire; è dal 1770 che la sua famiglia se ne occupa, come testimoniano le bolle di vendita di quel tempo.
Produce allora alcune bottiglie di Barolo che etichetta come “Barolo Extra”, aprendo la via consanguinea futura.
Una strada che in poco tempo si consolida e che sempre più viticoltori, rimanendone affascinati, scelgono di seguire.
A quel punto (1969) uno dei 2 figli, Aldo, si stacca per fondare la sua cantina, la Poderi Aldo Conterno, mentre l’altro, Giovanni, decide con il padre di comprare nel 1974 14 ettari di vigneto a Serralunga.
La vigna in questione è il cru Francia, da lì monopolio aziendale e operazione che gli permette di smettere di acquistare uva per la produzione dei propri vini.
Infatti dal 1978 il Barolo riserva Monfortino, dicitura comparsa in etichetta nel 1924 per indicare la provenienza iniziale delle uve dal comune di Monforte, è prodotto unicamente con le uve del nuovo vigneto.
Dopo Giacomo e Giovanni, dal 1988 alla guida di quello che nel frattempo è diventato uno dei più eminenti simboli di eccellenza vinicola, italiana e mondiale, c’è Roberto Conterno. Roberto, oltre a lavorare con l’identico rigore e con lo stesso rispetto della tradizione dei suoi avi, ha portato avanti un lavoro di espansione e valorizzazione dell’azienda, acquistando tre ettari del cru “Cerretta” e nel 2015 il cru adiacente al Francia, “Arione”, anch’esso particolarmente vocato per la produzione di nebbiolo e barbera.
Una storia, insomma, che non vede ancora il capolinea, e che anzi continua nel segno della più alta eccellenza enologica italiana e mondiale.