Giacomo Bologna – Barbera d’Asti Docg. “AI SUMA” 2019

65,40

Prodotto solo in annate eccezionali, Ai Suma in dialetto piemontese significa “ci siamo”, esclamazione di Giacomo Bologna quando capiva che un suo vino era arrivato al punto perfetto di maturazione. L’etichetta si ispira a una foto di famiglia, uno scatto in cui Giacomo sorride alla moglie Anna. Quasi un timbro, il sorriso in etichetta è il sigillo del vignaiolo che accompagna il suo vino.

Uva e Vigneto

Prodotto con uve Barbera 100% da raccolta tardiva da vigneti di proprietà a Rocchetta Tanaro.
In Cantina
La macerazione sulle bucce avviene per 20 giorni a temperatura controllata. Il vino matura 15 mesi in carati di rovere quindi affina in bottiglia per un anno.

Colore rosso rubino molto intenso con riflessi granata. Profumo ampio, ricco e complesso, con numerosi sentori di frutti di bosco e in sottofondo note di vaniglia, liquirizia e cacao. Sapore pieno, poderoso, di grande struttura ma allo stesso tempo elegante e sensuale, armonico e molto persistente.

Rosso rubino intenso con riflessi granati. Profumo ricco e complesso, con numerosi sentori di frutti neri e note di fondo di vaniglia, rovere, un po’ di catrame, liquirizia e cacao. Gusto pieno, potente, ricco di carattere, ma allo stesso tempo elegante e sensuale con un retrogusto delicatamente dolce, armonico e molto delicato. INFO WINE IN CITY

“Rosso rubino intenso. Al naso è molto ampio e mostra struttura e complessità. Note di frutti rossi maturi, liquirizia, vaniglia e legno tostato, anche sentori di cuoio e cacao in polvere. Al palato succoso, elegantemente corposo, armonico e persistente fine.” FALSTAFF

“La Barbera d’Asti Ai Suma 2019 è arricchita con marmellata di more, crème de cassis, spezie dolci, liquirizia, lavanda e abbondante quercia francese dolce. Setosa ed elastica, con un equilibrio formidabile, questa Barbera d’Asti decisamente estroversa consegna la merce, e poi alcuni.” VINOSO

Valutazioni:     Falstaff   93/100      Vinous   93/100     Doctor Wine   94/100

Quando bere:  2022/2042+

 

Disponibile

Descrizione

La storia di Braida si lega a quella di Rocchetta Tanaro, piccolo centro del Monferrato astigiano.
“Il mio paese non è una sorpresa, son dieci vigne, sei case, una chiesa”: sono parole dello chansonnier Paolo Frola, che è anche il medico condotto di Rocchetta. La canzone fu scritta con Gianni Mura, bevendo la Barbera di Rocchetta. Di quelle dieci vigne cantate da Frola, alcune sono Braida. Erano di nonno Giuseppe, poi sono passate a papà Giacomo, adesso le coltivano Giuseppe e Raffaella Bologna. L’azienda nasce dall’entusiasmo, la passione e il coraggio imprenditoriale di un rocchettese “Doc”, Giacomo Bologna.

“Braida” era il soprannome che il padre di Giacomo, Giuseppe Bologna, di professione carrettiere, si era conquistato giocando a pallone elastico, per via della sua somiglianza con campione di questo sport. Dal padre Giacomo eredita, insieme al soprannome, l’amore per lo sport e per i cavalli e un ampio vigneto di Barbera sulle colline di Rocchetta.

1961

Prima vendemmia de La Monella.
Il 1961 è la data della prima vendemmia della Barbera del Monferrato vivace “La Monella” che Giacomo Bologna decise di imbottigliare. Nel 1969 Giacomo presentò il suo vino al Concorso nazionale dei vini Douja d’Or di Asti vincendo la medaglia d’oro che gli consentiva di partecipare gratuitamente alle fiere di Genova, Torino e Milano dove si confrontò con altri produttori sul tema della Barbera.

1982

Bricco dell’Uccellone: la rivoluzione della Barbera.
Dall’inizio del 1982 Giacomo iniziò a sperimentare la sua idea innovativa di accoppiamento Barbera – barrique: l’annata era eccezionale; quando il vino, il Bricco dell’Uccellone, uscì dalle barrique, arrivò in Italia l’enologo californiano André Tchelistcheff che lo approvò, decretandone il successo. Altri due vini Babera nacquero in quegli anni nella cantina di Rocchetta Tanaro: nel 1985 il Bricco della Bigotta e, nel 1989, l’Ai Suma, ottenuto da una vendemmia tardiva delle uve (fine di ottobre.) Le tre riserve Braida vengono prodotte solo nelle annate migliori.

E così sino ai tempi nostri, con acquisizione di altri vigneti a la nascita di nuovi vini, sempre all’insegna della qualità e della innovazione.