E’ dal cru Ginestra, da cui derivano le sue uve, che il Barolo “Casa Matè” di Elio Grasso prende il nome, appena 3 ettari di filari a circa 350 metri di altezza, esposti a sud, in perfetto equilibrio con il terreno calcareo-sabbioso della collina. La zona di Monforte, proprio per le sue caratteristiche di esposizione e formazione dei suoli, dona uve capaci di regalare al vino finezza aromatica, struttura, eleganza e grande tenuta nel tempo.
Elio Grasso ha scelto, da sempre, di produrre tutti i suoi vini in purezza, vinificando separatamente le uve di ogni singolo vigneto e avvalendosi di una produttiva coesistenza tra legni d’affinamento della tradizione (le grandi botti di rovere di Slavonia) e le moderne barriques di impostazione francese.
Tale impostazione permette di scegliere al meglio quali lavorazioni in cantina effettuare per proteggere ed esaltare le specificità che ogni filare di Nebbiolo sa mostrare. In questo senso, il Barolo Ginestra Casa Matè di Elio Grasso è l’illustre testimone della possenza della tipologia, capace di incontrare i favori del tempo fino ai 15 o 20 anni d’età.
30 mesi in botti di rovere di Slavonia da 25 ettolitri, poi 10 mesi in bottiglia
Rosso rubino al calice, con riflessi granata. Si apre al naso regalando sentori di frutta rossa matura e a confettura, seguiti da toni balsamici e da richiami alla grafite, all’incenso e al cacao. Fresco e vibrante in bocca, caratterizzato da una solida trama tannica e lungo nella persistenza
Antonio Galloni Il Barolo Ginestra Casa Mate 2017 è un vino oscuro e misterioso. Amarena, mentolo, tabacco, liquirizia, spezie, cuoio nuovo e pino si fondono in un’espressione super classica di Ginestra. Profondo, ricco e avvolgente, il 2017 è così impressionante all’inizio. Anche qui la finezza dei tannini è notevole
Wine Advocate di Robert Parker, giugno 2021 I terreni del vigneto Ginestra mostrano una composizione più argillosa che trattiene l’umidità, rendendoli in una posizione migliore per gestire annate calde e secche come questa. L’Elio Grasso 2017 Barolo Ginestra Casa Maté rivela morbida concentrazione ed extra ricchezza; le sfumature aromatiche sono comunque ben intatte. Ricordo che la precedente annata 2016 ha impiegato più tempo per essere messa a fuoco, mentre questa espressione 2017 è aperta e immediatamente accessibile. Il frutto è davanti e al centro e il vino scivola sul palato con una consistenza setosa. Gestire i tannini nel 2017 non è stato facile, ma questo vino dimostra che l’equilibrio duraturo non è irraggiungibile. Monica Larner